Giorgio Giovannelli per SportPolitics.it
Mi piace pensare che le mie precedenti riflessioni abbiano suscitato qualche pensiero e qualche azione: in ogni caso i giornali hanno riportato la notizia che l’Italia Marathon Club ha chiesto al TAR del Lazio l’annullamento, previa sospensiva, della gara per l’organizzazione delle edizioni 2019 – 2022 di quella corsa che si correrà a Roma sulla distanza della maratona.
Eh sì, è un po’ complicato. Ma il punto è proprio questo.
Provo a partire dalle notizie riportate sul sito della Maratona di Roma (maratonadiroma.it) dove in data 24 aprile è stato scritto:
“Avviso speciale rivolto gli iscritti alla ‘Maratona di Roma’ del 2018 e precedenti edizioni che hanno fatto richiesta di differimento della propria partecipazione alla edizione del 2019, giusta l’articolo 12) punto b) del regolamento.
Roma Capitale ha indetto, per il quadriennio 2019 – 2022, ed eventuale rinnovo biennale per ulteriori due anni, una gara pubblica per l’affidamento in concessione del servizio di organizzazione di una manifestazione podistica sulla distanza classica della maratona.
A quanto precede ne consegue che, attualmente, l’Associazione Italia Marathon Club – titolare dei diritti della ‘Maratona di Roma’ e già inserita nel calendario FIDAL per l’edizione 2019 e 2020 della manifestazione – e la Atielle Roma Srl – società incaricata della gestione tecnica e commerciale, nonché delle iscrizioni degli atleti della ‘Maratona di Roma’ – sono sfornite del titolo abilitativo alla organizzazione della stessa, del quale nome rimangono comunque titolari di ogni diritto.
Avverso il bando di gara indetto l’Associazione Italia Marathon Club e la Atielle Roma Srl hanno proposto ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, anche con la proposizione di istanza cautelare, e, pertanto, riservano aggiornamenti sull’evolversi della questione giudiziaria con informazioni che saranno tempestivamente comunicate sul sito ufficiale.
I destinatari del presente avviso sono quindi invitati, per quanto da loro ritenuto, a valutare l’assunzione e/o la disdetta di impegni economici presupposti e connessi alla loro partecipazione alla indicata edizione dell’evento, quali, a titolo esemplificativo e non limitativo, le prenotazioni per il soggiorno e per il viaggio”.
È un annuncio scritto con uno stile molto formale, di stampo legale davvero strano per un evento sportivo e conferma, se mai ce ne fosse bisogno, che i rapporti tra gli organizzatori, il Comune di Roma e la Fidal non vanno oltre le carte bollate.
Proviamo a “decrittare” il comunicato:
- la Maratona di Roma era inserita nei calendari 2019 e 2020
- Maratona di Roma è una denominazione di proprietà degli attuali organizzatori
- gli attuali organizzatori hanno proposto ricorso
- si invitano tutti gli interessati (e, in particolare, coloro che avevano chiesto di spostare la loro iscrizione del 2018 ad edizione 2019) stare attenti ad assumere impegni economici presupposti e connessi alla loro partecipazione all’edizione 2019 dell’evento (che non si sa se e chi la organizzerà)
Insomma, l’Italia Marathon Club denuncia con evidenza le conseguenze della accelerazione voluta dal Comune di Roma: gli atleti non sanno dove iscriversi e non possono neppure programmare il viaggio e il soggiorno.
E in effetti andando a leggere con una qualche attenzione il capitolato di gara all’art. 6 si legge:
“l’evento dovrà svolgersi nel periodo marzo / aprile tassativamente per il 2019 e poi modificabile in accordo tra organizzatori / Comune /FIDAL”.
Sorpresa, la data per l’edizione 2019 non c’è!
C’è solo un arco temporale piuttosto ampio (marzo /aprile) senza alcuna indicazione precisa: ma come faranno gli atleti che vengono da tutto il mondo a programmare la loro presenza (viaggio e soggiorno)? Un mistero.
Ma, forse, la spiegazione c’è se si guarda al comunicato dell’Italia Marathon Club: la data del 2019 è stata assegnata a questa organizzazione e il Comune e la Fidal sperano che resti la stessa perché o l’Italia Marathon Club vincerà la gara o, in caso di sconfitta, perché essa stessa ci rinunci.
Ma può una manifestazione che coinvolge 14.000 atleti restare legata un calcolo di questo tipo?
Non era più semplice far partire la gara dall’edizione 2020?
Visto che ci stavo, ho approfondito un altro punto del capitolato di gara ed ho scoperto una cosa davvero interessante contenuta nell’art. 8 che elenca gli obblighi di Roma Capitale:
“garantire l’esclusività dell’organizzazione di gare podistiche sulla distanza della maratona sul proprio territorio come da delibera FIDAL n. 87 del 1/6/2017 (ad eccezione di gare che assegnino titoli Nazionali, Internazionali, Europei, Mondiali, Olimpici e simili)”
Insomma, il Comune di Roma si impegna a garantire l’esclusività al soggetto che risulterà vincitore della gara: ma questa è una palese violazione delle norme anche europee sulla concorrenza e, come se non bastasse, della nostra Costituzione.
Come può legittimamente il Comune di Roma – che deve improntare la sua azione al criterio di imparzialità così come imposto dall’art. 97 della Costituzione – obbligarsi a garantire l’esclusiva su una materia come quella dell’organizzazione di gare podistiche che non ha alcun requisito per essere svolta in regime “protetto”?
Il Comune di Roma, ammesso che sia il proprietario di questa corsa denominata Maratona di Roma Capitale, non è certo un soggetto privato. Ciò vuol dire che se un qualsiasi soggetto vuole organizzare una corsa lunga 42 chilometri e 195 metri, fuori da qualsiasi rapporto con la FIDAL, il Comune non dà le autorizzazioni per lo svolgimento e ciò non sulla base di leggi e regolamenti ma sulla base di un contratto con una società privata?
Nemmeno più l’ATAC (l’azienda dei trasporti pubblici romana) ha più l’esclusiva. Ora la Sindaca Raggi e l’assessore Frongia la vogliono istituire per la Maratona!
Mi pare che questa (molto discutibile) scelta riveli una visione dello sport diffusa ma sostanzialmente infondata: lo sport è solo quello organizzato dal Coni e dalle Federazioni così la maratona è solo quella organizzata nell’ambito della Federazione Atletica Leggera. Ma così non è: la maratona è una corsa lunga 42 chilometri e 195 metri che chiunque (soggetto pubblico o privato) può organizzare.
Al Comune il compito di concedere o negare le necessarie autorizzazione amministrative ma sempre nel rispetto delle leggi e dei regolamenti e del principio della imparzialità delle proprie azioni e decisioni.
Giorgio Giovannelli