di Mauro Lanzilotto
Oggi in campo c’era Dottor Jekyll e non, come solitamente succede, Mister Hyde
Fabio Fognini da Arma di Taggia, pochi km da Monte-Carlo, dove domani (oggi) scende in campo da favorito per eguagliare, dopo 51 anni, Nicola Pietrangeli il più grande tennista italiano di tutti tempi per risultati raggiunti (Adriano Panatta è forse stato più forte per il livello di giocatori battuti). Non lo si può sapere, ma l’autorità con cui oggi ha spazzato via Nadal non lascia dubbi per domani.
Ti ruba gli occhi, Fognini
Non ha punti deboli – a parte il servizio. Se fosse stato non diciamo eccellente ma buono lo avrebbe posizionato tra i primi 10 al mondo già da anni.
Spaccone e spesso ignorante anche nei confronti di sé stesso, politicamente scorretto contro gli avversari, odiato da tutti tranne che dai tifosi italiani per i suoi modi da hidalgo fuori secolo
Quando prende la racchetta in mano e si alza col piede giusto diventa il primo violino di un concerto che si suona raramente, un inno alla gioia di tutti gli amanti dello sport del diavolo.
Non si sa che risultati avrebbe raggiunto con la testa di un Seppi o di un Gaudenzi
anche in un’epoca irripetibile come questa dove, per uno scherzo del destino, sono nati i tre giocatori più forti di tutti i tempi che hanno macinato tutti i record di uno sport ultrasecolare.
Uno di questi, Nadal, è stato oggi scherzato da Fognini sul suo terreno preferito, quella terra rossa che a Monte-Carlo lo ha visto vincere addirittura 11 volte. La palla di Fognini viaggiava di più,
in una rapsodia di rasoiate lungo linea sia di dritto che di rovescio che hanno tolto il respiro a Nadal
e gli hanno spazzato ogni certezza minuto dopo minuto rendendolo impotente come solo Djokovic e Federer sono riusciti in passato a fare.
Erano 40 anni che gli appassionati aspettavano questo momento e domani (oggi) è IL giorno: dato che lo si aspetta da tempo, ce lo ricorderemo per un bel pezzo.