di Giacomo Mazzocchi
A Baku la Mercedes ha infilato la quarta doppietta consecutiva con Bottas primo ed Hamilton secondo. Vettel solo terzo e Leclerc quinto
Se si tratta di Formula Uno non basta essere belli o avere i migliori muscoli, oppure disporre del migliore motore – ovvero quello della Ferrari SF90: per imporsi ci vuole qualcosa in più in termini di organizzazione (vedi Mercedes).
Eppure anche in Azerbajian la Ferrari era la più bella, tant’ è che il giro più veloce l’ha fatto registrare proprio il giovanissimo pilota monegasco Leclerc al penultimo giro.
E’ da inizio stagione, Gran Premio d’Australia, che la Ferrari fa buchi nell’acqua e la Mercedes regolarmente ne trae profitto
Per essere competitivi al massimo livello non basta disporre di piloti (Leclerc-Vettel) che valgono perlomeno Hamilton Bottas; non basta rimuovere da Direttore Tecnico Maurizio Arrivabene (caro a Marchionne) per promuovere Mattia Binotto, caro al Presidente John Elkann: occorre una gestione più attenta ai dettagli di qualifica e gara. E quella ancora latita a Maranello.
Le debacle della Rossa infatti nascono spesso già nelle qualifiche quando, come a Baku, si sbaglia nella scelta delle gomme
(vedi episodio tombino). La Ferrari ha scelto le gomme medie (gialle), la Mercedes le soft (rosse): i guai sono nati tutti qui!
Il giovane Leclerc, brillantissimo alla prima tornata di qualifica Q1, tradito dalle gomme finisce contro il muro in curva riuscendosi comunque a qualificarsi come ottavo in virtù del tempone già fatto registrare. Vettel, anche lui nei pasticci per la gomma gialla, si qualfica al Q2 solo per il rotto della cuffia e non in prima fila.
Al contrario, la qualifica della Mercedes è un vero capolavoro di gioco di squadra
Azzeccata la gomma soft, per annullare la superiorità del motore Ferrari si permette anche di sfruttare la scia di Hamilton – già sicuro del miglior tempo – per inserire anche Bottas in prima fila: la conformazione di un circuito cittadino come quello di Baku non consente, infatti, sorpassi a vetture di pari potenza.
Le Mercedes, perciò, partono prime e arrivano prime; terzo è Vettel come da ordine di partenza e quarto Verstappen come da qualifiche
Note consolanti: 1) per Charles Leclerc la conferma di un pilota davvero fuori serie 2) la capacitò dei tecnici Ferrari di riallestire una vettura sfasciata a tempo di record 3) risalire dalla nona alla quinta posizione 4) – soprattutto – conquistare l’alloro del Giro più veloce.
La delusione in Casa Italia è comunque grande
Quando terminerà questa sciagura? Quando i risultati saranno in linea con le giuste aspettative?
il Tennis
Dopo le gesta di Fabio Fognini – ha spodestato Rafael Nadal dal trono della Terra Rossa a Montecarlo – ieri è stata la volta di Matteo Berrettini che a Budapest ha vinto il suo secondo torneo internazionale ATP 250.
Gli Internazionali di Roma in programma dal 11 maggio al Foro Italico nascono davvero sotto i migliori auspici nel segno finalmente di un italiano (parliamo del ligure dal braccio d’oro)
Il 23enne tennista romano ha sconfitto nettamente in 3 set il serbo Filip Krajinovic 4/6, 6/3, 6/1, insediandosi nella trentasettesima posizione nel ranking ATP. A Budapest, lo scorso anno aveva vinto Marco Cecchinato attualmente numero 19 della graduatoria mondiale. Dopo Pietrangeli, Panatta, Barazzutti, Bertolucci, Zugarelli abbiamo un Fognini numero 12 al Mondo e poi, in ottima evidenza, Seppi, Sonego, Fabbiano.
Cambiando sport parliamo dell’accaduto nei due posticipi domenicali della Serie A calcistica condizionati da decisioni arbitrali a dire poco avventate:
Sampdoria-Lazio e Torino-Milan
Sampdoria-Lazio: spettacolo tradito dall’arbitro napoletano Maresca che all’ultimo minuto del primo tempo – Lazio in vantaggio di due reti – ha espulso il doriano Ramirez per doppia ammonizione a seguito di un fallo su Lucas Leiva che ha visto probabilmente soltanto lui. Con i padroni di casa in 10 e sotto per 2-0, nel secondo tempo è stata tutta un’altra storia. Una gigantesca melina che la Lazio (spudoratamente e troppo cinicamente) ha svolto a difesa del proprio bottino: minuti e minuti di possesso palla sterile.
Torino-Milan: anche l’espulsione di Romagnoli, sul 2-0 per i granata, che ha lasciato il Milan in 10 ha inciso sullo svolgimento della partita anche se in maniera meno vistosa: infatti i granata non hanno approfittato per fare melina preferendo, sportivamente, rispettare avversari e spettatori continuando a giocare con intensità. Anche le modalità dell’espulsione da parte dell’arbitro Marco Guida sono state diverse: è stato supportato dal VAR che aveva notato gli applausi di Romagnoli.
Il problema è un altro se l’arbitro sbaglia come paga?
Questo è il punto dolens perché in teoria lui è un dilettante che la domenica si sacrifica per dirigere 22 persone che giocano a pallone. No. Non è così. Un arbitro di serie A è in realtà un superprofessionista che incamera centinaia di migliaia di euro l’anno. Nessun favore alla collettività, solo a sé stessi.
L’unico modo per sanzionarli ed obbligarli ad una coscienza meno disinvolta è quella di colpirli nella tasca
Dunque trattarli pienamente come professionisti. Così come capita ad altri giudici di gara di altri sport professionistici. Un mese di sospensione sono migliaia di euro in meno ricevuti. Sotto questo aspetto ci si aspetterebbe, infatti, che chi la domenica ha sbagliato – magari per mera protervia – non lo ritrovassimo la domenica successiva di nuovo in campo – o in cabina Var o come terzo uomo a bordo campo – a guadagnarsi il suo bel gruzzoletto, a parziale ‘risarcimento’ degli ingenui che vanno allo stadio o seguono in TV.