di Giacomo Mazzocchi
Non capita tutti i giorni , nello sport come nella vita, di avere la fortuna di assistere alla nascita di una stella
Di essere testimoni di una prima volta destinata a restare nella storia, da far dire: ‘Io c’ero’!
Bene, ieri, domenica 12 maggio, di queste occasioni se ne sono verificate diverse. Non parliamo di perturbazioni climatiche o pseudo battaglie politiche sempre più feroci (finte?) fra Lega e Cinquestelle in vista delle elezioni europee del 26 maggio.
Parliamo di Tennis
Ieri a Madrid il numero 1 al mondo, il serbo Novak Djokovic, ha dovuto sudare le sette proverbiali camicie per avere ragione, in finale, di un ragazzo greco di 20 anni emerso in questa stagione per aver raggiunto la semifinale degli Australian Open, facendo poi molto bene in tutti gli altri tornei da lui disputati: Stefanos Tsitsipas
Fisicamente non ha nulla del greco, è la fotocopia di un altro giovanotto che si è imposto negli ultimi due anni, il russo nato in Germania Alexander Zverev uno spilungone di 22 anni entrato in pianta stabile fra i primi 5 del ranking, inconfondibile per la sua zazzera bionda.
Stessa fisionomia di Tsitsipas che, però, di anni ne ha appena 20
Entrambi, oltre che chiaramente ‘russi’ nei tratti sono figli d’arte. La madre di Tsitsipas è una ex tennista russa ed il padre è un ex tennista greco. Tutti cresciuti a pane e tennis. Per superare questo atleta ormai al nono posto al mondo, Djokovic ha dovuto attingere a Madrid alle proprie considerevoli e rodate capacità tecnico-mentali di Numero Uno anche se assediato da un nugolo crescente di nuovi talenti che spuntano come funghi.
Per superare questo atleta ormai al nono posto al mondo, Djokovic ha dovuto attingere a Madrid alle proprie considerevoli e rodate capacità tecnico-mentali
Ieri a Roma, invece, Matteo Berrettini ha superato al primo turno in due set (6-2 6-4) il francese di rango Pouille, confermando che se non si è aggiudicato il Torneo ATP di Monaco di Baviera è stato solo perché ha dovuto disputare semifinale e finale una dopo l’altra.
Il 22enne tennista romano è ormai fra i 30 primi al mondo assieme a Cecchinato (che deve vedersela oggi con l’australiano De Minaur), Fognini (con il francese Tsonga) ed ancora Basso (con il croato Cilic) e Sonego (con il russo Khachanov russo).
Seppi è stato fermato dallo spagnolo Bautista Agut
Il tutto mentre agli Internazionali di Roma (udite ,udite) nasceva una altra stella, davvero una Supernova: un ragazzino imberbe di 17 anni (18 ad agosto) si è permesso di battere un esperto professionista statunitense quale Steve Johnson. Il tutto sciorinando un tennis impeccabile e maturo.
Jannik Sinner non ha nulla del grande atleta, almeno fisionomicamente. E’ un ragazzino magrolino pel di carota, ancora nell’età dello sviluppo, imberbe
Ma sul campo è un dominatore dotato di ogni colpo possibile. Come tutti gli altoatesini montanari scia e forse è questo il suo segreto: la pratica dello sci. Nato nel 2001, a 10 anni è stato campione di Slalom gigante, a 14 anni finalista. Poi si è dedicato al tennis perché a Brunico l’idolo è il compaesano Andreas Seppi.
I genitori – che gestiscono una baita – lo hanno lasciato libero di andare a specializzarsi a Bordighera presso il Piatti Tennis Center
Le gambe e la testa dello sciatore più le cure del Mago piatti stanno costruendo il resto. Il ragazzo ha delle qualità sbalorditive e il mondo tennistico se ne accorto. Utilizzando la sua finale al Challenger di Ostrava ed il risultato al Challender di Bergamo si è riusciti ad inserirlo come Wild Card a Roma poiché il suo tempo è arrivato.
Il resto è cronaca tutta da raccontare cominciando dal match contro Johnson inziato con un 1/6 al primo set, proseguito con un 6/1 al secondo e quindi anche con un match-ball per Johnson annullato e infine, dinnanzi ad un pubblico incredulo, 5 giochi consecutivi per concludere 7-5.
I casi della vita: con chi se la deve vedere Jannik al secondo turno? Proprio contro Tsitsipas. Le due Supernova
Un match tutto da vedere, per nulla scontato a favore del greco.
Un paio di notazioni ancora sulla Domenica sportiva
Novità calcistica juventina nel match contro la Roma: Allegri, inverte la rotta, ed ordina ai suoi di giocare come l’Ajax
Invece del possesso palla orizzontale, pressing, palleggi rapidi e riavvicinati: una provocazione?
La Roma imita e ne deriva una vicenda piuttosto inedita e interessante (alla Juve vengono annullate due reti di ottima fattura per un nonnulla). Nella ripresa i bianconeri tornano all’antica, perdono 2-0 e rilanciano la Roma di Ranieri.
Per Allegri, invece, tempi duri. In difficoltà con l’ambiente, continuerà la sua sperimentazione? Oppure si trattava solo di un fuoco di paglia teso a dimostrare che la giusta idea del calcio è quella sua?
Formula uno. Nessuna novità, purtroppo. Dietro la quinta doppietta della perfetta Mercedes -superiore persino nella rapidità del cambio delle gomme ai box