Matteo Berrettini non è un Ufo: esiste veramente, in carne, ossa, testa e racchetta da tennis
di Giacomo Mazzocchi
E’ un giovanotto romano di 23 anni che, nell’arco di meno di un mese, ha fatto tali progressi che attualmente è in grado di affrontare e battere qualsiasi avversario. A cominciare da Alexander Zverev il russo-tedesco che da un paio di anni è attestato fra i primi cinque giocatori del mondo.
Dopo aver vinto l’ATP di Budapest e avere perduto quello di Monaco di Baviera
(ma solo perché costretto dal cattivo tempo a giocare in poche ore semifinale e finale, lui e non il suo avversario il cileno Garin), oggi sulla sua strada ha trovato Alexander Zverev, l’uomo che un paio di anni fa si era imposto all’attenzione generale proprio in quel di Roma sbarrando la strada della semifinale a Fabio Fognini.
Non è tanto il risultato che desta impressione
Può accadere che top player scivoli specie quando non brilla la condizione e magari si ha qualche problema personale a condizionare la testa come il caso del gigante germanico di due metri di altezza.
Il fatto sensazionale è il come si arrivi a questa impresa
La lucidità, la fiducia, le scelte tattiche più opportune, la capacita di gestirsi al meglio in ogni circostanza. Queste sono le qualità che fanno dire di Berrettini ‘è un campione vero’.
Matteo è partito in maniera perentoria sorprendendo Zverev e assicurandosi ‘a zero’ il proprio servizio per poi subito strapparlo al tedesco e volare 3-0
A questo punto la gara era fra giocatori di pari livello. Fino al 5-5.
In vista del traguardo parziale i due danno il meglio di sé. Il servizio è di Berrettini. Zverev si procura 5 palle-break, ma Matteo riesce ad annullarle tutte per poi chiudere con una splendida smorzata sotto rete seguita da una volee vincente. Roba di grande personalità.
Il primo set è suo 7-5
Berrettini paga lo sforzo fisico e soprattutto mentale in apertura del secondo set. Il servizio latita e Zverev ne approfitta per portarsi 2-0.
Ma Matteo ha imparato a gestirsi nei momenti difficili e supera il momento di crisi fintanto che un doppio fallo di Zverev non gli consente di stabilire la parità
L’epilogo di nuovo sul 5-5 dopo che il tedesco ha annullato un match ball
La sequenza di Berrettini è un saggio di scibile tennistico, ma anche di sicurezza ed ardimento agonistico: servizio e 0 -15 per una smorzata andata male. Quindi, scambio vincente, una nuova smorzata sotto rete seguita da volee e di nuovo un altro scambio vincente. Poi, Servizio Zverev che si porta sul 30-0
.
Berrettini rallenta lo scambio per indurre a forzare. Due errori del russo, seguiti da un doppio fallo. Tre match ball consecutivi. Zverev ne annulla due. Fatale è il terzo perfetto nell’ideazione e nell’esecuzione: discesa a rete per costringere Zverev al pallonetto.
Schiacciata vincente per il match. Berrettini-Zverev 7-5 7-5. Spettacolo!
Signori, sport, agonismo e spettacolo assieme. E un ragazzo romano (proviene dal circolo della Corte dei Conti e poi CC Aniene) che continua la sua scalata verso il tetto del mondo. Un mese fa era numero 55, ieri era 31. Ora ancora meglio e a Roma la sua marcia non finisce qui, si vedrà nei prossimi giorni.
Nel frattempo ci attendono le imprese di Jannik Sinner e le “piramidi” palermitane di Marco Cecchinato