di Giacomo Mazzocchi
Dopo il Gran Premio del Canada, il Gran Premio d’Austria
In entrambe le gare le due vetture di testa si scontrano, in entrambe le occasioni una delle due è sempre una Ferrari: a Montreal quella di Sebastian Vettel, in Austria quella di Leclerc.
Gli avversari: la prima volta la tedesca Mercedes di Hamilton, la seconda la Red Bull austriaca di Verstappen e in entrambe le situazioni viene annunciata la procedura ‘under investigation’ ed entrambe le volte è la Ferrari ad essere penalizzata.
A Montreal a Vettel viene contabilizzato un tempo finale maggiorato di cinque secondi, sufficiente per farlo retrocedere dal primo posto che viene così assegnato ad Hamilton arrivato secondo.
Al Red Bull Ring nessuna scorrettezza viene contestata per la collisione avvenuta a 2 giri dalla fine fra Leclerc (avanti) e Verstappen in occasione del sorpasso di quest’ultimo: regolare l’azione di entrambi nonostante sia il ferrarista ad averci rimesso dalle evidenti ‘sportellate’.
L’argomento è destinato a ravvivare i gossip attorno alla Formula 1: il ricorso della Ferrari a Montreal non ha avuto esito positivo; così è stato anche in questo caso.
Qualcuno azzarda considerazioni del tipo ‘lassù qualcuno non ci ama’, e certo che non ne va bene una alla Ferrari. “Pensar male è peccato, ma spesso ci si azzecca’.
Il pensar male può risalire ad una realtà che in ambito sportivo (e non solo) tanti italiani hanno imparato a conoscere. Il clamoroso successo italiano nello sport – che in questi giorni è confermato dalle imprese degli azzurri e delle azzurre in ogni disciplina – spesso comporta ‘ritorsioni’.
Giurie come quelle della Formula 1 o quelle, per esempio, che giudicano i match di pugilato (vedi verdetto di sconfitta che ha privato l’azzurra Irma Testa di una vittoria e di una medaglia più che meritata a Minsk – Bielorussia – dove è in corso seconda edizione dei Giochi Europei).
Potrebbe non essere un caso che sia a Montreal che in Austria gli avversari delle Rosse fossero di lingua tedesca e che la Red Bull di Verstappen sia un gruppo austriaco.
Antipatie croniche, gelosie, combine devono purtroppo essere messe nel cantone quando si parla di sport ma bisognerebbe lasciarle volentieri alla politica… Meglio portarsi dietro l’immagine odierna del più piacevole ed appassionante Gran Premio di Formula Uno visto negli ultimi anni.
Una gara che fra l’altro ha sancito una svolta importante nell’ambiente: la prima fila alla partenza ha visto al via due ragazzi di appena 21 anni di età media: il ligure-montecarlino Charles Le Clerc ed il belga Verstappen. Un importante cambio generazionale.
La gara è stata vivacissima e drammatica dal primo all’ultimo minuto. La partenza, che ha visto il pilota belga in grave ritardo, alla gara di Vettel che, partito nono, è risalito al quarto posto in cinque giri ma penalizzato dal box al momento del cambio gomme (qualcuno ce l’ha con Sebastian?). Protagonista però nel finale con una magnifica rimonta su Hamilton con successivo sorpasso e quarto posto.
Che, comunque, “lassù non si sia molto amati, o perlomeno rispettati, si evince da molti dettagli della vicenda. Come: che sull’accaduto, dopo ore dalla fine della gara, non sia apparso alcun comunicato ufficiale di chiarimento; che sul sito ufficiale della Federazione Internazionale sia apparso un documento in cui si penalizzava Verstappen con i nomi dei cinque commissari della giuria non completato però dalle loro firme; che la Ferrari, dopo aver attesto ore per le foto ufficiali è andata all’aeroporto per imbarcarsi per Bologna.
La gara è terminata alle 16.45. La proclamazione ufficiale del vincitore Verstappen è giunta tre ore dopo. Un’umiliazione per tutti: vincitori e vinti. Per tutti il commento del DS ferrarista Binotto: “Una decisione ingiusta. Ma rispettiamo i commissari, Ora giriamo pagina”.
Più signori di così!