di Giacomo Mazzocchi
Il pilota italiano e la casa italiana hanno regalato allo Sport un’indimenticabile giornata di sport.
Il Gran Premio di MotoGP di Austria sembrava destinato a vivere una nuova pagina all’insegna del predominio di un centauro senza rivali: un grandissimo motociclista, Marc Marquez, in sella alla giapponese Honda, assolutamente all’avanguardia come motore ed allestimento di gara.
Pole position del duo Honda-Marquez mentre il romagnolo Andrea Dovizioso riesce a conquistare la terza piazza e partire senza grossi handicap.
Dopo la partenza stratosferica di Marquez soltanto Dovizioso riesce a non farsi seminare. La sua rossa Ducati rimane in scia, pronta ad approfittare di ogni minima incertezza della Honda. E intanto Dovizioso studia il percorso le curve, le staccate (sue e dello spagnolo) e la resa delle moto dopo ogni staccata.
A nove giri dal termine sorpasso “accompagnato” di Dovizioso (evidente complicità di Marquez che si vuole assicurare di poter controllare l’italiano) e, a due giri dal termine, inizia il più bel testa a testa motociclistico che si possa ricordare con sorpassi e controsorpassi, senza soluzione di continuità: duello mozzafiato e millimetrico alla pari, al limite dei 250 km orari. Nel giro finale, Dovizioso dietro. Ma non è finita, l’italiano aspetta le curve finali per vanificare l’incrocio di Marquez in risposta al sorpasso
Qui capolavoro Dovizioso
Alla penultima curva si infila in uno spazio ristrettissimo al limite della collisione e invece di rallentare per iniziare la curva successiva mantiene per un attimo la stessa velocità di Marquez impedendogli l’incrocio. Marc Marquez è veramente un grande sportivo: talmente stupefatto della manovra di Dovizioso che, mentre l’italiano taglia il traguardo, fa impennare la propria Honda per applaudire l’avversario che lo ha saputo battere con merito.
Rugby
Fra 40 giorni esatti, il 20 settembre prende corpo in Giappone la nona edizione dei Mondiali di rugby, terza più importante manifestazione sportiva al mondo dopo I Giochi Olimpici ed i Mondiali di calcio
Ecco perché ciò che è successo nei 3 test-match disputati nel passato fine settimana non possono essere semplici episodi di contorno alla manifestazione iridata. Australia- Nuova Zelanda, Argentina-Sud Africa e Irlanda-Italia sono partite determinanti, infatti, in chiave mondiale.
Intanto a Perth gli All Blaks hanno smesso di essere Tutti Neri: il loro mito di invincibilità (o quasi) è andato a farsi benedire. Al di là dei semplici dati statistici (in cui ogni tanto ci può capitare un raro passetto falso) la Nuova Zelanda ha infatti incassato in una sola partita contro l’Australia la bellezza di 6 mete, quante non ne subiva in dieci partite e più.
Fino a ieri, insomma, gli All Blacks facevano tutti neri mentre da stasera la loro più pesante sconfitta subita in tutta la storia centenaria (47-26) rimescola tutto con incidenze ad ogni livello con i Mondiali ormai alle porte.
Ad onore della cronaca va rilevato che gli All Blacks hanno giocato l’intera ripresa in 14 per il cartellino rosso che l’arbitro francese Jerome Garges ha affibbiato a Scott Barrett per una testata all’avversario; ma i veri Tuttineri avevano sempre padroneggiato nel passato simili situazioni.
A Dublino, Conor O’Shea, il tecnico dell’Italia, si è preoccupato soprattutto di vedere all’opera 24 giocatori per capire come possono essergli utili: ha un mese e dieci giorni per comporre l’assieme. Non sono state impegnate le super star come Parisse, Tebaldi, Allan, Polledri, Ferrari, ed altri. Però qualche risposta si è avuta e bisognerà tenerlo presente: non si può impiegare uno specialista dei calci piazzati come Carlo Canna che sbaglia due facili calci di trasformazione.
Così come la presenza di un mediano di mischia come Callum Braley (dal 50’) è una vera boccata d’ossigeno per la squadra ed anche per chi è sugli spalti. È chiaro anche che, al di là dalla prestanza fisica, la qualità del vero talento è la capacità di essere sempre in grado di operare la scelta migliore.
Come nel caso di Giulio Bisegni che da ala ha operato il calcetto rasoterra che ha mandato Canna in meta, la più bella della giornata. La sconfitta per 29-10 non è umiliante e può essere produttiva a patto che si cominci a puntare sugli elementi giusti.
Nelle Ande vinicole di Salta era invece in programma Argentina- Sud Africa: in terra straniera gli Springboks hanno asfaltato gli argentini (13-46), che poco hanno potuto contro la corazzata oroverde.
Per concludere, una stratosferica ItalVolley sotterra la Serbia 3-0 a Bari riscattando l’amara sconfitta mondiale di un anno fa. Nell’incontro che consegna agli azzurri il biglietto per le prossime Olimpiadi di Tokyo nel 2020 (parziali: 25-16, 25-19, 25-19) L’Italia azzecca la gara perfetta e può attendere con fiducia anche l’Europeo.