Era l’8 aprile scorso e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo sport Giancarlo Giorgetti comunicava ai presidenti delle Camere il nome di Rocco Sabelli come presidente (poi anche A.D.) della società Sport e Salute Spa, succeduta alla Coni Servizi Spa.
Di acqua sotto i ponti ne è passata tanta ma Sabelli ha resistito ed ora, con l’assist che il fu Giorgetti ha servito al M5S, si gode i frutti del suo operato. In primis poter gestire quei 410 milioni di euro da assegnare alle federazioni, alle scuole e alle periferie. Anzi, pare che siano spuntati altri 60 milioni, una vera e propria Finanziaria dello Sport (autoproclamata) gestita da Rocco Sabelli in prima, primissima persona.
Le assegnazioni avverranno secondo rigidi criteri e parametri, financo algoritmi. Nessuno però conosce nulla al riguardo.
E si che, ha sottolineato Sabelli, i soldi sono tanti e vanno spesi bene. Sabelli è rimasto in sella alla Sport e Salute spa nonostante la sua nomina fosse leghista, partito non proprio amico del M5S (almeno in questo periodo): la cosa fa pensare.
A ben vedere il M5S si è trovato un gentile cadeaux di nome Sport offerto da Giancarlo Giorgetti in persona. Il tutto, in sede di composizione del governo giallorosso, nell’indifferenza del PD, occupato con Zingaretti a tenere buono il proprio gruppo dirigente. E come dimenticare la natura pubblica di Sport e Salute Spa? il Ministro dello Sport deve riferire in parlamento, Sabelli invece gestisce soldi pubblici in piena autonomia: dov’è il controllo politico? Addirittura Malagò doveva riferire al Consiglio Nazionale del Coni (circa 100 membri) dell’operato della Coni Servizi Spa, qui niente.
E’ vero che nel Cda di Sport e Salute Spa sono presenti i membri del Ministero dell’Economia, Sport e Istruzione, ma di fatto il controllo non esiste. Inoltre, il curriculum di Sabelli evidenzia una vicinanza costante con le grandi famiglie del capitalismo italiano: ha ricoperto tra gli altri incarichi di altissimo livello in Eni, Telecom, Omniainvest (gruppo Colaninno) e Alitalia (esperienza non proprio brillante). Per non parlare del fondo Clessidra. Dunque un manager di sicura esperienza e dalle solide conoscenze. Ma cosa c’entra con una società che si dovrebbe occupare di Sport di base, Sport nelle scuole, famiglie e poveri, lasciando la preparazione olimpica al CONI?