Il Governo (o il Ministro?) aveva rinunciato a cambiare la governance di Sport e Salute, ma senza riuscire a convincere Rocco Sabelli a ritirare le dimissioni. Dimissioni, lo ricordiamo, motivate dalle profonde divergenze con il Ministro Spadafora.
Appare fondato il sospetto, come riportato da quasi tutti gli organi di stampa, che quella del Ministro fosse solo una strategia per liberarsi di un personaggio scomodo, scelto in un diverso contesto politico e, forse, culturale volendo costringere il CONI ad occuparsi della sola preparazione olimpica. Poi, è arrivato Vito Cozzoli, di stretta osservanza grillina (visti suoi recenti incarichi alle dipendenze dell’allora ministro delle Infrastrutture Di Maio). Per molti ma non per tutti visti i rumors raccolti che danno Cozzoli non gradito ad una parte dei M5S, quella di osservanza non Dimaiana, per capirci.
Quello che ha colpito in tutta questa vicenda sono stati i richiami alla necessità di armonia (termine usato da Andrea Abodi che, da più parti, era stato indicato come possibile successore di Sabelli) e unità (termine usato da Daniela Sbrollini, responsabile nazionale sport e salute di Italia Viva) del mondo dello Sport.
È evidente che vi è consapevolezza dell’enorme frattura – profondissima – che deve essere ricomposta. Richiesta che proviene anche da alcune delle federazioni che, sin dalla prima ora, si erano schierate con Giorgetti e contro Malagò. Ma il vento è cambiato, quanto lo vedremo con il nuovo Presidente e A.D. in dirittura d’arrivo.
Peccato che nessuno faccia proposte: SportPolitics ha sempre sostenuto che la riforma Giorgetti indicasse una strada che andava percorsa fino in fondo: creare una governance pubblica dello Sport. Questa governance, però, non può essere riconosciuta in una società per azioni di proprietà del ministero dell’economia sulla quale, come dimostrano gli avvenimenti di questi giorni, il parlamento non ha alcun controllo.
Ancora più incredibile è che, in tutto questo, i cittadini che praticano Sport (ben oltre 10 milioni pur con modalità diverse tra loro) non siano assolutamente coinvolti: tutto resta chiuso dentro le segrete stanze. Sorprende infine, come già segnalato, la scelta di Zingaretti (evidente nei fatti e nei continui silenzi) di lasciare lo Sport in mano ai 5 Stelle. Sarà irreversibile?