Sul filo di lana (la delega scadeva il 28 febbraio) sono stati approvati i cinque decreti attuativi della Riforma dello Sport cui aveva lavorato il fu ministro dello Sport Vincenzo Spadafora. I pareri al riguardo sono contrastanti. Tra i tanti plausi si registrano anche autorevoli bocciature come quelle, tra le altre, del Presidente della FIP Gianni Petrucci, del senatore di Forza Italia nonché numero 1 del Nuoto Paolo Barelli, del senatore Claudio Barbaro di Fratelli d’Italia.
Qualunque tipo di considerazione al riguardo è quanto meno affrettata visto che il Consiglio dei Ministri, a nostro parere, ha approvato tutto per non approvare niente. Per dire: nessuno conosce i testi usciti dalle commissioni parlamentari e dalla Conferenza Stato Regioni.
Ma la parte più bella è quella che stabilisce che le norme introdotte dalla disciplina in materia di lavoro sportivo si applicano a decorrere dal 1° luglio 2022 (tra circa un anno e mezzo).
Per gli altri quattro decreti delegati il comunicato stampa del 26 febbraio recita testualmente: “Con un successivo provvedimento del Consiglio dei Ministri sarà disposto, infine, il differimento dell’applicazione degli ulteriori decreti, relativi ad agenti sportivi, norme di sicurezza per gli impianti sportivi, semplificazione burocratica, contrasto alla violenza di genere e sicurezza degli sport invernali”.
Tutto chiaro?