Scrivere di Sport a Roma in questo periodo è raccontare una disfatta.
“Prima di noi il diluvio e la corruzione”, questa frase sintetizza alla perfezione lo spirito con il quale la giunta 5Stelle capitolina si era insediata in Campidoglio nel 2016. “Piove ancora!” il mantra che aveva caratterizzato Sindaca e amministratori sin dall’insediamento, ansiosi tutti sia di smarcarsi dal marcio che secondo loro aveva avvolto le amministrazioni fino al loro arrivo sia di mettere le mani avanti chiarendo che era necessario tempo per sistemare i disastri trovati.
Così, l’amministrazione capitolina si è incamminata nel percorso politico-amministrativo che tanto aveva bramato dimenticandosi però, almeno nello Sport, di un ‘elemento’ essenziale: il cittadino e le Associazioni sportive.
Ecco allora, in ordine sparso, alcune questioni lasciate marcire, queste si, dall’assessorato allo Sport retto da Daniele Frongia, grillino duro e puro della prima ora.
- PALAZZETTO DELLO SPORT di Viale Tiziano. Incomprensibile l’abbandono della struttura da parte dell’amministrazione che in cinque anni non è stata in grado di avviare i lavori per la sua ristrutturazione. Le due società ospitate sono state così costrette l’una a trasferirsi addirittura fuori Roma, l’altra a ritirarsi dal campionato di A1. In merito alla questione, la Sindaca ha inserito il Palazzetto tra le cose fatte dalla sua amministrazione.
- STADIO DELLA ROMA. Gestione dilettantesca, da parte dell’amministrazione capitolina, di una delle più grandi opere di Sport degli ultimi decenni. Questa gestione, unita ad altri preventivati e prevedibili fattori, ha reso possibile la più grande debacle della giunta Raggi.
- IPPODROMO DELLE CAPANNELLE Qui si gioca una delle partite più difficili della questione impiantistica sportiva romana e anche di una parte di storia, è il caso di dirlo, di Roma (ricordate il film Febbre da Cavallo?).
E’ dovere della politica amministrativa trovare soluzioni che, in questo caso, coinvolgono direttamente almeno 100 dipendenti della HIppo Group (concessionaria dell’impianto) alcuni dei quali residenti con le famiglie all’interno dell’impianto. La spinosa questione è quella dei lavori di miglioria (non riconosciuti) all’interno dell’ippodromo delle Capannelle ma può essere estesa a tutti gli impianti sportivi di proprietà comunale (articolo 11 Regolamento Capitolino degli impianti sportivi). Al momento, la concessione è in prorogatio per le proteste (anche violente in alcuni casi) di coloro coinvolti nel contenzioso. Tale posizione dell’amministrazione capitolina è certo che disintegrerà il sistema sportivo romano (il processo è già iniziato) che in gran parte si regge, a fronte di una mancanza di risorse strutturale, sull’impiantistica sportiva pubblica gestita da Associazioni sportive private.
- CANDIDATURA ALLE OLIMPIADI Un no secco e del tutto immotivato ha privato Roma di uno dei più grandi eventi sportivi mondiali. Seconda più grande debacle della giunta Raggi.
- NESSUN DIALOGO CON I CONCESSIONARI SPORTIVI. Eppure, secondo sondaggi attendibili, essi da soli erogano sport a più di 100mila cittadini e gestiscono tali impianti in nome e per conto del Comune di Roma.
- PALESTRE SCOLASTICHE E CENTRI SPORTIVI MUNICIPALI ABBANDONATI AL COVID. Nessun Municipio, tranne il 1° e il 3° ha ufficializzato quello che il Presidente 5Stelle della X commissione Sport si era incautamente affrettato a comunicare “(…) L’Amministrazione ha riconosciuto la cancellazione del 100% dei canoni (…). Purtroppo non è così e tutti gli altri municipi pretendono i canoni arretrati. Ma l‘unico che ha prodotto atti ufficiali al riguardo è stato l’XI° il cui dirigente ha scritto che i canoni arretrati e attuali dalle palestre chiuse per Covid sono dovuti e che, anzi, l’inevitabile proroga di un anno è legata proprio al pagamento degli arretrati. Si, proprio l’XI° municipio, quello commissariato e dove la Raggi e l’assessore Frongia non sono mai apparsi non rispondendo nemmeno ad una delle molteplici comunicazioni inviate.
In merito a quest’ultimo punto, le parole di Claudio Ortale, rappresentante nell’Osservatorio Capitolino delle ASD/SSD operanti nei Centri Sportivi Municipali: “Il suo ufficio tecnico (dell’XI° Municipio ndr) sin da luglio scorso ha ripetutamente chiesto il pagamento dei canoni alle ASD/SSD anche per i periodi di chiusura forzata. Le opposizioni hanno provato a presentare emendamenti ad hoc per provare a coprire le minori entrate per questi canoni -peraltro inesigibili- bocciati però dalla maggioranza monocolore 5Stelle. Quindi, l’Odissea continua grazie alla totale assenza e volontà di voler risolvere amministrativamente la questione a livello centrale”.