SportPolitics lo aveva scritto circa un anno fa, “Scatenate l’Inferno” in riferimento alla rielezione di Malagò al Coni (la terza). Qualcuno pensava che ciò avrebbe potuto rinvigorirlo nella guerra che Giancarlo Giorgetti aveva dichiarato al Coni nell’ottobre del 2018 con la creazione di Sport e Salute Spa (Legge di Bilancio 2019).
Non è andata così.
Da allora, le armi non erano mai taciute e l’ultima (falsa) polemica sul divieto d’iscrizione per le donne al CC Aniene (il circolo più ambito di Roma che Malagò ha presieduto dal 1997 al 2017) è solo l’ennesima azione “Search and Destroy” (Vietnam war 1965-1975) effettuata dalle truppe che sostengono Sport e Salute spa.
Insomma, la gestione, il controllo delle risorse, l’indirizzo politico di cui ha bisogno lo Sport come istituzione del paese si è ridotto ad una guerra tra bande senza esclusione di colpi.
Una questione importante è stata ‘assaltata’ a livello di comunicazione (soprattutto Repubblica) nel ridicolo tentativo di screditare Malagò con una campagna di comunicazione sulle donne e l’Aniene partendo dalle superficiali dichiarazioni del sottosegretario con delega allo Sport Valentina Vezzali: “Nessuna associazione sportiva, ovviamente, può avere statuti in cui la partecipazione sociale delle donne è discriminata”.
Un vero e proprio assalto all’arma bianca al Coni e proprio da una sua sua atleta plurimedagliata, quella Vezzali Sottosegretario con delega allo Sport che delineava le linee guida di Sport e Salute senza discussione alcuna diventandone, di fatto, una miliziana. Siamo arrivati alla gestione dello Sport in stile Soviet o Maoista (grazie Ministro Giorgetti): nemmeno Malagò era arrivato a tanto dovendosi confrontare con un consiglio di oltre 70 persone.
CONI – Agenzia viaggi sportiva di alto livello
Qui abbiamo lo Sport italiano in mano, di fatto, ad una Spa governativa che politicamente risponde non si sa bene a chi, con nessuno che avverta la necessità di istituire il Ministero dello Sport. In tutto ciò, a Sport e Salute è stato trasferito il tesoretto Coni costituito dalle competenze, dagli impianti, dal personale e dai finanziamenti del governo: al Coni è rimasta la preparazione olimpica con il rischio di trasformarsi, come più volte detto da Malagò, in un’agenzia di viaggi.
Dunque, guerra tra bande di cui sopra, stile Romanzo Criminale con alleanze che si fanno e si disfano a seconda delle situazioni: il boss (Malagò) che viene infilzato da coloro che lui riteneva potessero essergli alleati in questa guerra. Pensiamo appunto a Valentina Vezzali, campionessa olimpica e ora sottosegretaria, e a Francesco Soro, già suo Capo di Gabinetto ed ora al Ministero dello Sviluppo economico con l’acerrimo rivale Giorgetti.
Golpe light
Nel 2018 in Italia è iniziato un golpe politico-sportivo del quale pochi sembrano rendersene conto e sul quale sicuramente non c’è stato e non c’è pubblico confronto. Chi sa quali sono (quali dovrebbero essere) i poteri del Coni nei confronti di società sportive ad esso affiliate che non rispettano la parità di genere? Chi sa che dal 28 dicembre scorso è stato annullato il tetto di 10.000 euro come rimborso sportivo (dunque non presente in alcuna dichiarazione)?
Ecco perché la questione dell’Aniene rappresenta la punta dell’Iceberg di questo golpe politico sportivo: NOI CI AUGURIAMO SE NE DISCUTA PRESTO.
Nello specifico di questo articolo, è stata utilizzata una questione marginale nel contesto di una guerra molto più ampia fatta con i soldi dei contribuenti: ci aspettiamo prima o poi gli arresti di Malagò e il commissariamento del Coni…