Andrea Abodi, romano, classe 1960, Laurea in Economia e Commercio alla LUISS, nel marzo 2018 viene nominato Presidente dell’ICS Istituto per il Credito Sportivo commissariato da circa 6 anni. Della sua gioventu’, quando i giovani erano “zecche” oppure “fasci”, rimangono le scorribande nel quartiere Aurelio da dove proviene e dove a volte e’ preda, con tanto di appostamenti, a volte predatore. Ma sa difendersi. Con il tempo cresce e capisce come muoversi nel business sportivo e anche nella macchina del potere. Nei primi anni ’90 nell’ambiente e’ un semidio: bello, di successo, oratore spigliato e all’inizio degli anni 2000 entra anche nella squadra di Storace alla Regione Lazio.
In ogni caso, un passato e soprattutto un presente da manager sportivo: gruppo Mc Cormack, IMG Media, Media Partners Group, nel CdA di CONI Servizi Spa fino al 2008, Vice Presidente Esecutivo e Direttore Generale del Comitato Organizzatore della fase finale dei Campionati Mondiali di Baseball, ha seguito come direttore marketing la candidatura olimpica e paralimpica di Roma per i Giochi del 2004 e del 2020, carriera coronata con la brillante presidenza – tre mandati – della Lega Nazionale Professionisti di Serie B. Ma, come dicevamo, anche al vertice di aziende pubbliche (Presidente di AstralSpA e Arcea Spa operanti nel settore delle infrastrutture stradali e autostradali). Un manager trasversale alla politica.
Grande cuore, almeno in apparenza, cerca di frequentare (a fatica) i vecchi amici di quartiere nei revival che vengono organizzati negli anni. Si parla di lui come candidato di FdI per la poltrona di Sindaco di Roma nel 2021 in contrapposizione a Gualtieri ma non se ne fa niente (forse perche’ aveva qualche chance). Ora il suo nome gira con insistenza come nuovo A.D. di Milano-Cortina 2026.
Certo, li’ comandano quelli della Lega che sta sul territorio, soprattutto Luca Zaia Presidente della Regione Veneto. Pensare che mollino una poltrona cosi’ importante ad un avversario politico (questo e’ FdI per la Lega) suscita qualche dubbio e anche Draghi lo sa. Vedremo entro settembre come andrà a finire.
L’opzione altrettanto plausibile e’ quella che lo vedrebbe Ministro dello Sport nel possibile governo Meloni.
Si sussurra infatti che la Meloni abbia infatti intenzione di ‘ripristinarlo dopo la Rivoluzione del 2018 operata da Giorgetti – leggi su SportPolitics – proprio per limitare il potere del Dipartimento Sport della Presidenza del Consiglio: qui le circostanze sono tutte favorevoli al brillante manager sportivo dell’Aurelio. Tuttavia, Abodi dovrà battere la concorrenza del presidente della Federazione Italiana Nuoto Paolo Barelli (pur in grande difficoltà in questo momento) reduce dal grande successo organizzativo e di risultati degli Europei.
La camaleontica capacita’ del Forzista sviluppata negli ultimi tempi gli ha consentito di intervenire a fianco delle società sportive durante la pandemia inventandosi letteralmente strumenti agili e di facile utilizzo in contrasto al grigio perenne in cui da sempre galleggia la banca pubblica Istituto per il Credito Sportivo (si, i soldi sono dello Stato, cioe’ nostri..).
Abodi ha ultimamente svicolato, con l’eleganza che lo contraddistingue, alla richiesta di SportPolitics di incontrarlo. Gli avremmo voluto chiedere, come Presidente ICS, perche’ alle parole pronunciate dopo l’insediamento non ha fatto seguire fatti concreti. Come, ad esempio, ridurre l’estenuante burocrazia prevista dalle istruttorie ICS o guardare piu’ al mondo dello Sport di base che alla finanza.
Nello specifico, l’ICS soffre da sempre di un’autoreferenzialita’ indisponente che non lo ha mai reso amico del mondo dello sport, quello vero, quello di base. Si pensi che l’Istituto arriva a chiedere garanzie fino al 109% con rate di mutuo anche molto alte. Eppure, i soldi ci sono e dovrebbero essere impiegati per migliorare l’utilizzo di un bene, quello sportivo, di enorme utilita’ sociale.
Ci saremmo aspettati da Abodi una riforma dello statuto dell’ICS e una profonda sua rivisitazione che pero’non sono arrivati.
Peccato, ne sarebbe stato capace sia politicamente che sotto il profilo manageriale.