Sapete chi approva le richieste di spesa di Andrea Abodi, Ministro dello Sport e i giovani senza portafoglio in quota FDI? Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) condotto dal leghista Giancarlo Giorgetti. Dal punto di vista normativo ogni provvedimento di spesa deve essere ‘bollinato’ dalla Ragioneria centrale di quel Ministero dove approdano tutti i provvedimenti dei Ministri senza portafoglio al fine di verificarne la compatibilita’ con il bilancio approvato.
Sapete chi legifera sullo Sport? Le Regioni che hanno delega in materia fin dai primi anni 70 (DPR n. 8 del 15 gennaio 1972 e DPR 616 del 24 luglio 1976 che ripartivano le competenze sportive e sanitarie tra CONI, Regioni e Enti locali minori). Per non parlare della riforma del Titolo V della Costituzione che ha definitivamente attribuito alle Regioni “potere legislativo in materia di ordinamento sportivo”.
CONI e Sport di interesse olimpico, Federazioni, Enti di Promozione, Leggi Regionali, Associazioni Sportive di ogni natura, attivita’ agonistiche professionistiche e non, Impiantistica Sportiva, Palestre scolastiche e Sport nella scuola di ogni ordine e grado, Sport di base. CHI COORDINA?
L’anomalia italiana (che sarebbe meglio chiamare vergogna) e’ appunto quella di non avere mai avuto una struttura istituzionale, Ministero con portafoglio prima ancora di un Ministro, che coordini le diverse realta’ che sovrintendono – a tutti i livelli – alla pratica sportiva del nostro paese (la chiameremo poi ‘Visione’).
Giancarlo Giorgetti, tutti gli addetti ai lavori lo sanno ma nessuno lo ricorda, e’ colui che con un colpo di mano (semplice comma nella Legge di Bilancio n. 145/2018) ha rovesciato lo Sport italiano sostituendo CONI Servizi Spa con la neonata Sport e Salute Spa, di ‘proprieta’ del MEF e il cui Presidente e’ nominato dall’Autorita’ di governo competente (lui, almeno fino all’avvento di Andrea Abodi sulla poltrona di Ministro dello Sport). Cosi’ come la nomina del Capo Dipartimento Sport della Presidenza del Consiglio che, anche in tempi non sospetti, fa capo al Governo di turno oggi rappresentato dal Ministro dello Sport che, lo ricordiamo, e’ in quota FDI. Da Ministro Abodi, conoscendo quel meccanismo, ha “promoveatur ut amoveatur” quasi subito l’allora capo Sciscioli che rispondeva a Giorgetti anche quando questi, pur Ministro delle Finanze, non aveva direttamente a che fare con lo Sport dopo esserne stato Sottosegretario con delega nel governo Conte I. Si spera che con Flavio Siniscalchi, Capo Dipartimento Sport succeduto a Sciscioli, proveniente dalla Protezione Civile e senza esperienze specifiche, quel meccanismo si sia inceppato.
Il leghista Giorgetti, economista bocconiano, politico raffinato e di lunga data (e’ in Parlamento dal 1996, oltre 27 anni) conosce nei dettagli la macchina Parlamentare e politica italiana: ne sa una piu’ del diavolo. A questo proposito, si vocifera che la figura di Ministro dello Sport fortemente voluta da Giorgia Meloni sia stata osteggiata dalla Lega che, alla fine, ha mediato per una figura si di alto profilo – Andrea Abodi – ma piu’ tecnica che politica come quella di altri esponenti di FDI (Barbaro, Perissa).
Perche’ Giorgetti ha tutto questo interesse per lo Sport (purtroppo con il vizio di accentrare)? Il leghista ha una tradizione personale e familiare legata alla Pallavolo e, soprattutto, e’ stato Revisore dei Conti della Federazione. Inoltre, comprende perfettamente la valenza politica di controllare un mondo da sempre sottovalutato soprattutto a sinistra (leggi) e mai veramente reso organico con la crezione di un Ministero dello Sport con portafoglio per il quale sarebbe necessaria una legge ad hoc (leggi). Risulta evidente che sarebbe molto piu’ difficile controllare lo Sport in presenza di un Ministero con portafoglio invece che di un Ministro senza portafoglio.
In ballo ci sono soldi. Ad esempio, i circa 400 milioni di euro per le federazioni che Giorgetti, con la creazione di Sport e Salute Spa, ha spostato dalla gestione del CONI a quella del governo facendo esclamare ad un furioso Malago’ che si voleva far diventare il CONI un’agenzia di viaggi.
Soldi, dunque, ma mai sufficienti a far decollare veramente la pratica sportiva in Italia svolta in maniera totalmente eterogenea (alcune regioni eccellono nello Sport di base) sotto il profilo geografico.
Nonostante un medagliere olimpico tricolore da sempre di tutto rispetto, il nostro Paese e’ tra i meno attivi in Europa (leggi N. R. Porro). Si tenga anche conto che l’Italia ha il piu’ grande calo demografico al mondo (sotto osservazione sin dai primi anni 90 del secolo scorso) i cui effetti – mai alcuna contromisura messa in campo dalla politica – sono di fatto scaricati oggi sulle spalle (e sulla qualita’ di vita) dei nostri figli e nipoti.
Da qui la necessita’ di quel coordinamento politico, chiamiamola ‘Visione organica di settore’, che mai e’ esistita nello Sport (e in tanti altri settori della vita del Paese) con le varie fazioni pronte a farsi la guerra o preservare i propri interessi a scapito di quello comuna.
Attendiamo ancora, dopo un quinquennio, di verificare la visione del governo e di Giorgetti (di fatto il vero Dominus dello Sport italiano per un quinquennio (vedi guerra contro il CONI di Malago’ apertasi nel 2018 con la Legge di Bilancio n. 146) che oggi, da Ministro delle Finanze, deve fare i conti con un Ministro dello Sport che non deve rispondere a lui.