Callum Braley

di Giacomo Mazzocchi

Il C.T. della Nazionale Italiana di Rugby Conor O’ Shea ha raccolto l’appello: La Nazionale ha un problema: il Mediano di Mischia. Rimediamone uno valido e gli Azzurri usciranno dalla crisi (flop) che da 18 partite la affligge nel Torneo delle Sei Nazioni”.

Con le convocazioni dei 33 giocatori, che da domenica prossima saranno in raduno a Roma in vista del terzo impegno del Torneo contro l’Irlanda allo Stadio Olimpico di Roma domenica 24 febbraio, il CT azzurro ha tirato fuori dal cilindro un jolly e lo ha pescato nelle acque di uno dei porti principali inglesi: Bristol. Qui è nato Callum Braley attualmente mediano di mischia  titolare del Gloucester, uno dei XV più illustri della patria della pallaovale e attualmente al quarto posto in Premiership britannica.

O’Shea si è reso conto, contro Scozia e Galles, che – dato la qualità del vivaio nel ruolo cruciale e decisivo di Numero 9 – l’Italrugby non sarebbe mai stata in grado di esprimere l’elevato potenziale raggiunto dalla Nazionale con il duro lavoro e bisognava dunque ricorrere all’estero. Italiano ma residente e giocante all’estero: per capirci, uno come il mai tanto rimpianto Diego Dominguez e come tanti altri che hanno indossato la maglia azzurra con grandi risultati.

Ultimo la terza linea Jake Polledri che ha esordito in azzurro proprio lo scorso anno in Scozia nell’ultima partita del Sei Nazioni, match perso dall’Italia per soli 2 punti 27-29, con Polledri in grande evidenza.

Per lui, poi, altre tre maglie azzurre estive ed autunnali prima di un infortunio che lo tenuto lontano dalla Nazionale. Ha 23 anni questo ragazzo, figlio d’arte di un italiano che ha giocato oltre 500 partite ai massimi livelli in Inghilterra. La famiglia Polledri ama il mare e vive a Belfast. Jake, però, è stato adocchiato dai talent scout ed è attualmente sotto contratto del Gloucester – flanker/N°8 titolare – dove è compagno di squadra di Braley.

Strana vicenda quella di Gloucester. Nella rosa dei 47 giocatori che rappresentano la struttura del superclub inglese ben tre hanno sangue italiano, per di più tutti titolari. Il terzo è Danny Cipriani, 32 anni, mediano di apertura, già illustre titolare della maglia bianca della Nazionale della Rosa con 16 presenze, noto anche per la sua movimentata relazione con la celebre modella Kelly Brooks, di otto anni più anziana di lui. Cipriani avrebbe potuto essere italianizzato, ma al momento buono preferì andare a giocare professionista nella Rugby League a 13 australiana.

In campo, il trio opera in un settore cruciale: indossano Braley il numero 9,  Cipriani il 10 e il 7/8 Polledri. Sono loro, italiani di sangue, il segreto del Gloucester ed ora Braley sta per congiungersi con il coetaneo compaesano Polledri anche per quello che riguarda l’attività internazionale.

Polledri è emerso tardi, ad attività giovanile superata mentre invece Braley è abituato a sentire God Save the Queen da 8 anni, cioè da quando è entrato nel giro delle nazionali giovanili: è stato Campione del Mondo Under 20, superando perfino gli imbattibili All Blacks nel 2013 e nel 2014, in quest’ultima occasione con i gradi di capitano.

Callum Braley, nome e cognome che suonano decisamente poco italiani: le regole del rugby internazionale ammettono che un giocatore che non abbia indossato la maglia della nazionale assoluta possa giocare per un altro paese se possiede almeno un altro quarto di sangue del paese e il nonno del nuovo mediano azzurro è italiano.

Alla Fir si stanno organizzando e da domenica il ragazzo sarà al raduno, ufficialmente per prendere confidenza con l’ambiente ed il gioco, ma in realtà non è  affatto peregrina l’ipotesi che il 24 vada in campo all’Olimpico di Roma contro la fortissima Irlanda. Al momento è da registrare solo il suo entusiasmo espresso sul Canale Televisivo del club: ”Sono onorato di questa  grande opportunità”.

Quanto al Gloucester, il club è apparso collaborativo: anche per loro è un onore annoverare un altro giocatore internazionale. L’unica condizione è che il suo impegno azzurro dovrà tenere conto anche degli impegni con il Gloucester dove, comunque, sono presenti nel suo ruolo altri due elementi di assoluto valore: Ben Vellacott e Willy Heinz.

L’unico problema, al momento, sembra essere Pumba, maialino di un anno e mezzo di cui Callum e la sua fresca sposina Abbie si prendono cura  con una presenza assai affollata su Istagram (per inciso, Pumba è capace di mangiarsi anche 50 mele senza battere ciglio!). Comunque, elemento migliore l’Italrugby non poteva trovare: acclimatato lui, per gli azzurri non ci saranno più scusanti per giustificare ulteriori flop. Inoltre contro l’Irlanda, assieme a Braley, rientrerà nel giro azzurro anche il frascatano Giulio Bisegni, elemento prezioso nella linea arretrata italiana anche se talvolta poco felice nei placcaggi.

Giacomo Mazzocchi

 

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