di Giacomo Mazzocchi
Il week end di agosto che ha dato vita alla prima giornata della Serie A doveva fornire importanti indicazioni sulla consistenza delle favorite alla conquista dello scudetto.
Per chi è convinto che il calcio sia uno sport (oltre che un business) può ancora succedere che un Davide (capace, programmato) possa sconfiggere Golia, in barba al proprio limitato budget.
È il caso dell’Atalanta del duo Gasperini – Percassi ed è il grande segreto dello sport. Altrimenti, che noia!
Le vicende sul campo hanno dato modo di cominciare a farsi una idea di quello che la rivoluzione tecnico-tattica avvenuta nel calcio italiano ha prodotto in termini di rendimento. Praticamente tutte le squadre si sono presentate alla critica ed ai tifosi per quello che sono o che possono essere. Hanno mostrato i loro migliori elementi e l’assetto tecnico.
Con la sola eccezione della Juventus che ha presentato la Juventus edizione Allegri.
Maurizio Sarri, convalescente, non potendo andare in panchina ha infatti preferito nascondere la Juve a cui sta lavorando. Evidente l’assunto: se prendo a casaccio undici nomi dalla rosa dei disponibili contro il Parma vinco lo stesso. È infatti quello che è successo.
Giocando su Ronaldo, sui piazzati e sui calci d’angolo, la Juve ha battuto il Parma con il piedino di Chiellini in mezzo alla bagarre. Insomma, la solita Juventus: niente gioco ma vincente.
Tutto a posto.
La Juve i suoi tifosi e l’Italia la vedranno più avanti, quando il Professore avrà il permesso di andare in panchina.
Mihajlovic il permesso lo ha avuto ed il suo Bologna è apparso trasformato ed ha pareggiato a Verona. Ma il carattere di Sarri è ben differente: questi spigoli possono diventare un problema quando si devono gestire una trentina di campioni in una società che vuole vincere tutto con una tifoseria esigente che vorrebbe vedere i nuovi gioielli subito in azione e non dopo settimane.
Per il resto tutto è andato come ci si aspettava.
Campionato a fasce, la prima fascia già identificata e formata da quattro cinque squadre. In attesa della Juventus, spiccano Atalanta, Napoli e Inter che saranno sicuramente protagoniste. L’Atalanta ha sofferto a Ferrara, ma ha mostrato quanto è e sarà importante l’acquisto di un gioiello raro come Muriel. Si può capire perché la Fiorentina non lo abbia trattenuto (vedi Chiesa) ma non si capisce perché le grandi abbiano consentito che una sicura concorrente abbia messo le mani su un autentico campione, palleggiatore velocissimo e tecnicamente perfetto per una squadra dal gioco totale. Con due splendide reti di Muriel in dieci minuti, l’Atalanta è riuscita a ribaltare un risultato che sembrava compromesso.
Altra squadra che, come l’Atalanta, gioca nella prospettiva che vince chi segna un gol più dell’avversario, è il Napoli di Ancelotti (anche se il 3-4 di Firenze è stato un regalo graziosamente fornito dall’errore congiunto di arbitro e Var. Inoltre, il Napoli ha mostrato in difesa più pecche del passato incassando perfino un gol di testa su calcio d’angolo (Koulibaly e Manolas devono ancora trovare la quadra).
Napoli, dunque, forte e fortunato. Con riserva.
L’Inter, invece, è quella che ha lavorato meglio per assemblarsi e lasciarsi plasmare su misura. Pur tenendo conto dei limiti del Lecce del bravo Liverani, in poche settimane di lavoro Conte è riuscito a dare al suo assetto un piglio più aggressivo, cattivo e, soprattutto, dotarsi di un consistente pressing a tutto campo.
Conte non ha nascosto i nuovi acquisti (su cui ha svettato il giovanissimo Sensi e non solo per il gol) ma si sono messi in luce esponenti trascurati da Spalletti come Candreva e Brozovic. Conte ha regalato a San Siro, dal primo minuto, il belga Lukaku, un gigante atleticamente e tecnicamente, un fenomeno costato la cifra record di 75 milioni di euro che, siglando il terzo dei quattro gol, ha convinto la tifoseria nerazzurra che finalmente sia l’annata dell’Inter.
Conte e Ancelotti, due grandi calciatori e grandi intenditori tecnici, in grado di fornire un valore aggiunto in qualsiasi squadra e con qualsiasi modello di gioco.
Questa la fascia alta. Per il resto, la Roma, senza nerbo ne campioni, è la controfigura di sé stessa vedendo il roboante pari subito in casa con il Genoa all’Olimpico. La Lazio, ritrovati Luis Alberto e Milinkovic, manda in rete due volte contro la Sampdoria Ciro Immobile per un successo che fa tanto rimpiangere la fuga di Marco Giampaolo a Milano. Questo ci riporta al Milan, partito ad Udine con il piede sbagliato e con una squadra ancora lontana dall’aver raggiunto aspetto e sostanza definitiva. Ci vorrà tempo, tanto tempo.
Infine, un sorprendente Brescia di Cellino che vince a Cagliari (ricordate che era il Presidente del Cagliari e chi ora è il Presidente del Brescia?) e il Torino che supera il Sassuolo tentando di cancellare le infauste avventure in Europa.