di Giacomo Mazzocchi
Venerdì giornata cruciale della storia del rugby italiano: alle 18:45 in Giappone (11:45 italiane, Rai 2) gli azzurri affrontano il Sud Africa. Se realizzano un risultato positivo volano ai Quarti di Finale della Coppa del Mondo in corso in Giappone, indifferenti all’esito del match successivo contro la Nuova Zelanda.
Un’ipotesi fantascientifica visto il valore degli Springbooks, da sempre fra i primi tre paesi rugbistici del globo? Niente affatto. Alla luce degli ultimi test e dei due successi (con bonus) dell’Italia contro Namibia e Canada, gli azzurri al momento guidano la classifica con 10 punti contro i 9 della Nuova Zelanda. Ciò potrebbe dire ancora poco se non per il fatto che l’Italia ha sì surclassato di mete avversari inferiori ma l’ha fatto mostrando una maturazione tecnica e fisica davvero senza precedenti.
Soprattutto ha mostrato un pack di avanti in grado di battersi con qualsiasi avversario senza temere confronto sia con i sudafricani che con i neozelandesi. Ovvero il meglio del meglio. Il tecnico degli avanti sudafricani Matthew Proudfoot non nasconde la sua preoccupazione.
“Questa è la sfida più difficile del 2019. Fortunatamente possiamo schierare la migliore formazione possibile. Tutto si riduce a questa partita”. “Sicuramente – ha proseguito – sfrutteranno Steyn per avanzare: è un giocatore molto fisico, di scuola tipicamente sudafricana, ma tutti i loro avanti hanno una elevata fisicità. È questo aspetto che ci aspettiamo loro sfruttino”. “Hanno avuto due anni per preparare questa partita – ha concluso – e otto giorni di recupero dopo il Canada: sarà un match fantastico. Per entrambi è una partita decisiva e loro saranno affamati! È la loro opportunità, e noi dovremo essere molto attenti.”
Gli Spingbooks stanno quindi sul chi vive. Il cosmo rugbystico mondiale, infatti, è ancora sotto shock per la sconfitta 19-13 inflitta dal Giappone all’Irlanda numero uno del ranking mondiale. Sia come sia, il match di domani sarà sicuramente uno scontro campale fra i rispettivi primi otto uomini: il Pack. È scritto e sottoscritto sulla lista delle formazioni annunciate dal C.T. italiano, dove fra gli otto giocatori indicati come sostituti ben 6 sono avanti. Il piano di Conor O’Shea è rischioso: gli azzurri si getteranno nella mischia dal primo minuto a ritmi elevatissimi. Man mano che avranno esaurito le energie verranno sostituiti di modo di aver sempre forze fresche: reggeranno questo scontro fisico i sudafricani che da sempre sono maestri in questo senso? È tutto da vedere e da provare, mai vista una cosa del genere. Sarà una lotta senza quartiere per la conquista della palla, l’avanzamento, la spinta, la difesa metro per metro, centimetro per centimetro. Non è previsto alcun cambio per i cinque uomini della linea arretrata. In panchina soltanto i due mediani, Braley e Canna: se qualcuno si infortuna sarà uno di loro a sostituirlo. Altrimenti sarà un avanti. Complessivamente per l’Italia saranno in campo ben 14 avanti, giocatori di stazza e potenza.
Quel che è certo è che sarà una battaglia epica, tutta da vedere. Un vecchio e caro adagio rugbystico francese afferma: Nel rugby il gioco comincia dalla prima linea. Sistemata quella – cioè la resa del pack degli 8 avanti – il più è fatto. Il pallino (la pallaovale) passa poi alla terza linea. Quella azzurra, formata da Capitan Sergio Parisse (142 presenze con la maglia della Nazionale, secondo soltanto al celebre capitano degli All Blacks Richie McCaw), Abrahan Steyn e Jake Polledri sicuramente non ha rivali al mondo ed è in grado di fare la differenza sia in difesa che in attacco.
ITALIA: 15 Minozzi,14 Benvenuti, 13 Morisi, 12 Hayward, 11 Campagnaro¸10 Allan, 9 Tebaldi; 8 Parisse, 7 Polledri, 6 Steyn, 5 Budd, 4 Sisi, 3 Ferrari, 2 Bigi, 1 Lovotti.
A disposizione: 16 Zani, 17 Quaglio, 18 Riccioni, 19 Ruzza, 20 Zanni, 21 Negri, 22 Braley, 23 Canna