di Giacomo Mazzocchi
La Juventus scende a Bergamo priva di Ronaldo (infortunio muscolare diplomatico che non gli ha impedito di siglare quattro reti in cinque giorni nelle due partite Europee del suo Portogallo) ma l’undici schierato da Sarri non riesce ad effettuare un tiro in porta degno di questo nome per i primi 75’ di gioco. Ciò, nonostante il notevole impegno di Dybala, euforico per le scelte anti CR7 effettuate da Sarri. Praticamente si gioca ad una porta sola, quella juventina, difesa egregiamente da Szczesny.
L’Atalanta, orfana di pedine fondamentali quali Ilicic, Zapata e Malinovski, fa il bello e il cattivo tempo, ma stenta a trovare il gol per le insufficienze del giovane Barrow. Quando poi il VAR trasforma in rigore il fallo di mano di Khedira – sorvolato dall’arbitro Rocchi – la Juventus si salva perché lo stesso Barrow stampa il tiro sulla traversa e la ribattuta di testa a porta spalancata di Gosens finisce alta: in campo c’è solo l’Atalanta.
La Juve cerca di abbozzare un palleggio corto, ma commette errori su errori. È impressionante il divario esistente fra le due squadre. Le occasioni si sprecano e solo le parate del portiere juventino e i salvataggi in extremis di De Sciglio evitano la catastrofe. Al 10’ della ripresa si sblocca il risultato, proprio grazie a Barrow che riesce a calibrare un cross alto sul quale interviene di testa Gosens che infila in rete. Lo show della Dea bergamasca continua fra le numerose interruzioni del Var. L’attacco juventino: assente ingiustificato.
All’improvviso il colpo di scena, la sorte gira le carte: su un’ammucchiata in area bergamasca, rinvio, rimpallo, la palla finisce nella zona di Higuain che riesce alla sua maniera ad indirizzare verso Gollini e il portiere è beffato da una deviazione di Toloi: primo tiro, un gol. Di fatto, un autogol. Ma le beffe non sono finite: passano cinque minuti e accade l’impensabile.
Su un’azione dell’Atalanta, Cuadrado, ostacolando un avversario, finisce con una mano vistosamente sul pallone: i neroazzurri si fermano reclamando l’ovvio calcio di punizione. La Juventus, invece, prosegue sotto lo sguardo benigno di Rocchi innescando un’elaborata azione di risalita del campo bergamasco che termina proprio sui piedi dello stesso Cuadrado. L’esterno serve Higuain e il bomber non si lascia pregare: all’80’ sigla la rete del sorpasso con gli atalantini ancora a chiedere il ricorso al VAR.
Nuova interruzione di gioco che mostra chiaramente l’errore di Rocchi e dello staff arbitrale. In Tv si fanno dissertazioni se il Var possa intervenire quando un evento conclusosi in una rete è susseguente ad episodio avvenuto nell’area di chi ha realizzato la rete. Questioni di lana caprina tese a compiacere il sistema e ad assolvere i responsabili e chi da questo inghippo ha tratto enormi vantaggi.
Forse, il danno più grave, dopo questa vittoria, potrebbe averlo subito proprio la Juventus che non ha risolto la questione Ronaldo-Sarri: la larga vittoria su un’ottima Atalanta potrebbe significare infatti che la Juventus può fare a meno di Ronaldo e che Sarri è davvero un mago. Non è così. Le indicazioni dicono l’esatto contrario. La Juve senza Ronaldo, per lunghi 75’, è stata assente in attacco e messa in scacco da una provinciale priva dei suoi giocatori migliori. Con il Dybala formato odierno, Ronaldo potrebbe davvero costituire un duo indimenticabile per la Juve e per il calcio, con Higuain sempre pronto al turn over. Dipende soltanto dal tecnico e dalla di lui capacità di gestirli come campioni e come uomini.