di Giacomo Mazzocchi
È proprio vero, il Corona Virus non fa sconti e non rispetta nessuno, neanche il segretario di uno dei partiti di governo (Nicola Zingaretti): una vera calamità! Alziamo le barricate, aumentiamo le difese e l’isolamento, rimandiamo a data da destinarsi scuole, giustizia, sport. Qualunque attività che implichi lo stare riavvicinati: treni, autobus, metropolitane, lavoro, mercati, supermercati e quant’altro. Insomma, tutto, proprio tutto a cominciare dagli abbracci anche quelli amorosi.
Tutto deve essere regolamentato, Decretato nei particolari più stretti. Solo cosi l’Umanità (almeno quella italica) potrà salvarsi. Neanche il Vaticano potrà scamparla giacché la maggior parte dei suoi cittadini sono ben avanti con l’età. Com’è potuto accadere che il Bel Paese sia diventato all’improvviso un luogo dannato? Discorso non lungo, ma articolato.
Oltre ad essersi autodenunciata come il Lebbrosario di tutto il Pianeta –superando perfino la Cina – l’Italia sta esportando, scientemente e a piene mani, anche un dilagante stato d’ansia in tutto il mondo, vicino e lontano. Come? Semplicemente attraverso uno spregiudicato terrorismo dell’informazione dettato sostanzialmente da due fattori. Primo, la necessita delle forze politiche di allontanare lo spauracchio di un redde rationem elettorale e referendario. Secondo, la gara dei Media dietro l’allarme.
Un gioco semplice ma micidiale che si realizza con una pseudo informazione scientifica e trasparente ma che, in realtà, altro non è che una sottile ed ingannevole operazione di fake news. Cioè, disinformazione. Il trucco c’è e si vede perché è plateale: ma un’intricata rete di incapacità ed interessi impedisce che emerga. Ovvero che vengano a galla solo i dati presentati capziosamente. Dall’inizio della grottesca vicenda, l’informazione ha sempre prodotto scientificamente i dati fondamentali: contagiati, quarantenati, isolati in casa, guariti, morti.
Sulla base di questi dati sono state elaborate misure sempre più radicali per affrontare un problema salutare elevato a rango di colera, lebbra se non peggio. Non si capisce se quella che ha ‘scatenato l’inferno’ sia una virulenta influenza stagionale – più o meno grave o letale a seconda i soggetti, vedi mortalità dell’influenza – dalla quale si esce anche senza il ricorso ai vaccini non ancora approntati, o una sorta di ‘castigo di Dio’.
La particolarità che rende questo Virus insidioso è la sua maggior contagiosità. C’è da dire che colpisce soprattutto le persone anziane e già debilitate e molto meno la popolazione attiva ed i giovani. Questi sono i dati fondamentali che, però, vengono ‘dimenticati’. Oggi indicano che in Italia, a partire dal primo caso (coppia di turisti cinesi) sono stati registrati 5.883 casi (0,0097% della popolazione italiana). Parliamo di contagiati, ridotti ad oggi a 5.294 per le intervenute 589 guarigioni – ivi compresa quella dello studente veneto salvato dalla Cina con gli aerei militari predisposti dal ministro Di Maio.
Di questi, circa 1000 sono in isolamento a casa (Zingaretti e l’autista di Salvini inclusi), 2.394 sono ospiti di vari ospedali italiani affetti dai sintomi e quindi in quarantena. Circa 500 sono in terapia intensiva, la gran maggioranza anziani affetti da malattie gravi precedenti al contagio. Stessa causa dei 233 decessi (0,00038%, età media 81 anni) finora registrati in Italia: solo il 2% non aveva altre patologie. Su una popolazione di otre 60 milioni di persone questa incidenza deve destare giusta preoccupazione ma non tale da paralizzare un paese per paura che se i contagi aumentano non basteranno i dottori e le strutture ospedaliere (eventualità esclusa al momento dalle autorità del settore).
Soprattutto non convince la chiusura indiscriminata di tutti i luoghi di studio – quando quella studentesca i è la fascia meno toccata dal Virus – e soprattutto il trattamento riservato allo sport partendo proprio dal calcio, massimo veicolo di immagine per l’Italia. Un giornalista dal Portogallo, Paese toccato dal Virus, ci ha chiesto quanti calciatori in Italia siano stati contagiati dal Corona Virus. Alla risposta ‘nessuno’ (come nessun altro sportivo) ha chiesto il perché delle partite rinviate o da programmarsi a porte chiuse.
Bella domanda! Impossibile una risposta accettabile soprattutto quando si considera che l’ultima partita internazionale ‘ammessa’, e mostrata dalle TV di tutto il mondo prima del black out, è stata Napoli-Liverpool di Champions League: 55 mila spettatori assiepati al San Paolo e nessun contagio registrato. Né a Napoli, né in Inghilterra. Il marasma pilotato impera ed il calcio è solo la punta dell’iceberg.