I toni smielati post insediamento del tri-Presidente Giovanni Malagò stridono con l’asprezza del confronto politico-sportivo in atto tra la più grande istituzione sportiva del nostro paese e il Ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti già Sottosegretario con delega allo Sport nel governo gialloverde del 2018. Si, proprio lui come persona fisica.
Più longevo nella storia del Coni dopo Giulio Onesti e Gianni Petrucci, Malagò sembra avere in questi giorni dimenticato l’intensità che ha sempre profuso nel durissimo confronto in atto. A ragione, però: per altri tre anni lo avremo al Coni e continuiamo a pensare che sarà un altro Giulio ma questa volta anche Cesare. Per la guerra con Giorgetti c’è tempo (dopo le Olimpiadi a medagliere si spera pieno) perché arrivano gli invitati del Presidente: è il tempo della merenda e molti hanno accettato l’invito.
A partire dalle Federazioni che hanno l’onore di rappresentare l’Italia ai prossimi Giochi Olimpici di Tokio con i loro portabandiera, vedi la Federazione Ciclistica (il cui ex presidente era lo sfidante di Malagò) rappresentata in Giunta Coni dalla figlia d’arte Norma Gimondi schieratasi con il presidente usciente (e rientrante). Una ricca merenda con Elia Viviani pronto a sfilare.
È opportuno riservare al ciclismo tale onoreficenza? Insieme ad atleti veri noi ricordiamo anche tanto, tanto doping e, soprattutto che il ciclismo, con i suoi ingaggi quasi calcistici, di fatto è uno Sport professionistico. Alla faccia dello spirito olimpico. Molto meglio il Tennis, allora: guadagnano solo se vincono e niente ingaggi. Il Tennis, però, non è amico di Malagò.
Dove è andato a pescare il secondo portabandiera il nostro Presidente? Jessica Rossi, atleta di punta del Tiro a Volo sfilerà insieme a Elia Viviani. La Fitav (Federazione Italiana Tiro a volo) è un’altra federazione, Presidente Luciano Rossi, che si è schierata senza indugi con Malagò. Viene prontamente ricompensata con una ‘responsabilità’ che ogni italiano, una volta nella vita, vorrebbe avere, una merenda da leccarsi i baffi nonostante la separazione della Rossi, annunciata in questi giorni, che potrebbe condizionare il medagliere azzurro (la coppia avrebbe dovuto gareggiare insieme). Sull’opportunità di far sfilare militari e fucili, anche se Olimpici, è lecito dubitare considerato il mondo che vi ruota intorno.
Sul fronte del governo tutto tace, almeno pubblicamente: Malagò ha tenuto a far sapere di avere avuto colloqui telefonici (lui dice per fargli i complimenti…) con Mattarella, Draghi, Giorgetti e la Vezzali. Crediamo che tra quanti hanno telefonato al neo presidente non ci sia Vincenzo Spadafora, l’ex ministro anche dello Sport con il quale ha ‘guerregiato’ per molti mesi e che ci ha ormai abituato a lacrimosi interventi del tipo: “Quando c’ero io era tutta un’altra cosa”.
Al riguardo merita di essere interamente riportato il suo post Facebook nel quale, non inconsapevolmente, critica l’operato della Vezzali e lo schema Malagò: “I grandi atleti sono tutti grandi dirigenti”. Attendiamo i prossimi interventi della Sottosegretaria:
“Le avevo assicurato tutta la collaborazione necessaria ma evidentemente non ha mai ritenuto opportuno confrontarsi. Così come le abbiamo chiesto un tavolo per parlare della Riforma dello Sport e cercare di salvare il salvabile ma nulla. Un dato è certo: i soldi veri, al netto di quelli ereditati dal precedente Governo, sono circa la metà di quelli che avevamo messo a disposizione per un periodo di tempo anche inferiore. E se già allora erano pochi, è evidente che non basteranno ora. Questa volta il decreto arriverà prima alla Camera; dobbiamo provare a migliorarlo con qualche emendamento ma si sa che i margini sono pochi. Sì, non provenivo dal mondo dello Sport ma sono stato “pancia a terra” a lavorare giorno e notte, ad ascoltare tutti(associazioni, rappresentanze dei lavoratori, sindacati, forze politiche ecc.) prima di scrivere i provvedimenti, a confrontarmi duramente con il Ministero dell’Economia perché accettasse le nostre norme.È stato fatto tutto questo lavoro? Purtroppo devo ribadire ciò che ho sempre detto: un conto è essere un grande atleta, un conto è amministrare la cosa pubblica. E non me ne vogliano i miei follower simpatizzanti leghisti ma questa è una grande sconfitta della Lega che ha indicato la Sottosegretaria in quel ruolo e che le ha chiesto anche di annullare la Riforma dello Sport, con il plauso dei deputati leghisti della Commissione Cultura”.