Fatture salate (e ristori) solo per alcuni: Il caro bollette non è per tutti?
Con DPCM del 28 gennaio è stato istituito e disciplinato un fondo speciale destinato agli impianti natatori che, in ambito sportivo, sono sicuramente quelli che hanno subito e subiscono maggiori danni dall’aumento dei costi energetici: il fondo prevede l’erogazione a fondo perduto di 30.000 euro per ciascun impianto.
Risorse del tutto inadeguate rispetto all’aumento dei costi dell’energia causati dal conflitto Russo-Ucraino (abbiamo personalmente visionato la fattura del gas di una piscina romana: 21.000 euro, +200% rispetto alla precedente di 7.000 euro). Ma quello che stupisce sono i requisiti necessari per ottenere questo contributo: la piscina deve essere lunga almeno 25 metri e misurare 250 mq di superficie /acqua. Come se non bastasse questa requisito deve essere certificato da un tecnico abilitato.
Questa limitazione non ha alcuna giustificazione di tipo tecnico: riscaldare l’acqua di una piscina costa di più rispetto a sei mesi fa qualunque sia la superficie (20, 25 o 50 mt). Oppure si vuole sostenere che quelle che misurano meno di 25 metri non sono piscine e, quindi, non debbono essere riscaldate?
Forse che tutte le piscine annesse alle scuole – che pur svolgono una grande attività accogliendo migliaia di persone di tutte le età – non fanno attività di nuoto? Eppure, la Federazione Italiana Nuoto (presieduta dal senatore di Forza Italia, Paolo Barelli) le affilia come “scuola e nuoto” e ne percepisce le quote di tesseramento ed affiliazione (spesso consistenti).
Davvero stupisce che il Presidente Draghi abbia potuto firmare un provvedimento così iniquo
C’è dell’altro: nello stesso DPCM sono stanziati 4 quattro milioni a favore delle società Sportive che abbiano atleti che abbiano partecipato ai Giochi Olimpici, Giochi Paralimpici, Campionati del Mondo e Campionati Europei assoluti o giovanili: Ma per questi atleti non ci sono i contributi delle Federazioni? E perché solo per quelli del nuoto?
Ultima incongruenza: le richieste di contributo (da inoltrare entro lo scorso 27 febbraio) dovevano essere presentate attraverso la Federazione Nuoto o gli enti di Promozione Sportiva ai quali ciascun soggetto è affilato.
Non si capisce la ragione per cui soggetti privati (perché tali sono le Federazioni sportive e gli Enti di Promozione Sportiva) siano stati incaricati di una funzione pubblica così delicata. Eppure, il Dipartimento Sport della Presidenza del Consiglio ha suo personale, suoi strumenti tecnologici e, soprattutto, Risorse del Contribuente a disposizione.