Giacomo Mazzocchi per SportPolitics.it
Daniel Ricciardo stravince il Gran Premio di Monaco imponendosi miglior pilota al mondo nel circuito più arduo di Formula.
Il pilota “Italiano di Australia” ha dominato la scena relegando tutti gli altri a ruoli da comprimari – Vettel, Hamilton, Raikkonen, Bottas, etc. Primo in tutte e tre le sessioni di eliminazione, primo nella qualificazione finale per la pole position, primo nelle prove, primo al traguardo.
Anche se il motore della sua Red Bull, attorno al ventesimo giro, ha cominciato a tossire e perdere colpi, Daniel ha saputo non perdere la testa ed ha compiuto un altro capolavoro. Ha saputo amministrare via audio con il Box le spie d’allarme che si accendevano e spegnevano e a controllare gli attacchi della Ferrari di Vettel.
Controllata questa incognita, tutto il resto è stato gestire il cambio delle gomme. Tutti i primi cinque (Ricciardo, Vettel, Hamilton. Raikkonen e Bottas nell’ordine) hanno adottato la stessa strategia del cambio unico di gomme attorno al ventesimo giro, tutti sono arrivati con i pneumatici ultrasoft alla canna del gas e tutti e cinque gli esponenti dei Team più forti (Ferrari, Mercedes e Red Bull) sono arrivati al traguardo nell’ordine di partenza, come previsto.
Ora il ventinovenne pilota italo-australiano deve correre finalmente con la Rossa di Maranello e per l’Italia.
E’ dal 2009 che la Ferrari in Formula Uno non schiera un pilota italiano: si trattava di Giancarlo Fisichella che disputò 5 Gran Premi per poi continuare a restare in Ferrari come pilota collaudatore ed ora gareggia nel circuito Endurance sempre su auto Ferrai 456 Italia.
Nella storia della Casa di Maranello sono stati solo 5 i piloti italiani: il mitico Alberto Ascari negli anni 50, due titoli iridati poi morto in un incidente occorsogli in allenamento a Monza; Nino Farina nel 1952; Luigi Musso nel 1956; Michele Alboreto nel 1984, deceduto poi sul circuito Lausitzring vicino Dresda in un incidente mentre provava una vettura; Giancarlo Fisichella nel 2009.
Stranieri tutti gli altri, compresi gli attuali Vettel, tedesco, Raikkonen ,finlandese e a suggerire queste scelte sono state logiche di mercato e di valore tecnico-agonistico.
Daniel Ricciardo, però è uno dei tantissimi (milioni) giovani i cui genitori per “trovare fortuna ed opportunità” hanno dovuto lasciare le proprie case e recarsi all’estero. Ma sono italiani forse più di tanti che vivono nel Bel Paese. Si sentono tali anche dopo generazioni spese dal nucleo familiari nei paese che gli hanno accolti ( a volte non favorevolmente)..
Daniel Ricciardo è uno di questi. Si vede dal faccione tipico del Sud, dal simpatico sorriso smagliante, da riccioluti capelli bruni che suo padre Giuseppe è messinese di Ficarra, che la madre, Grazia Politano è calabrese e che entrambi da giovinetti hanno seguito i genitori nel loro viaggio della speranza verso l’Australia, a Perth, nel Western Australia, dove 29 anni fa Daniele è nato e papà Giuseppe (Joe) si cimentava sulle auto da corsa ed avviava il figlio al Kart.
Oggi, anzi da qualche tempo, Daniele Ricciardo appare il pilota di Formula 1 oggettivamente più forte al volante. Bravura e titolo spesso non possono combaciare in uno sport dove decisivo appare il mezzo che si pilota. I Gran Prix si svolgono quasi tutti su circuiti dove motoristica e tecnologia avanzata fanno la differenza. Ed è fatale che grandi gruppi industriali come Petronas-Mercedes e Fiat-Ferrari (il gruppo austriaco Renault-Red Bull e Toro Rosso appena di un gradino sotto) impongano il loro strapotere e di conseguenza i loro piloti. Ma quando si gareggia invece su circuiti più complicati, magari cittadini, ecco che le abilità al volante si mostrano decisive.
Quello di Montecarlo è senza dubbio il circuito più difficile ed impegnativo dove coraggio e perizia fanno la differenza. Un circuito cittadino da percorrere in poco più di un minuto e 10. Sali e scendi, curve a gomito, gallerie, giochi di luce, sede stradale in cui due auto ci passano a stento.
Ricciardo arrivato alle Red Bull imponendosi in tutte le selezioni per giovani piloti: era riuscito a strabiliare fin dai primi gran premi disputati conquistando nel 2015, a 24 anni, un terzo posto nella graduatoria mondiale. Nel 2016 di nuovo terzo assoluto. L’anno scorso ha vinto due volte e quest’anno già si è imposto in Cina interrompendo il colloquio a due Ferrari-Mercedes: se uno riesce ad imporsi con un’auto più debole, allora vuol dire che è più bravo! Un’equazione piuttosto semplice e la pole stravinta di ieri, con record della pista e quattro decimi su Vettel, dimostra che l’assunto è valido.
Daniel è in scadenza di contratto e la Ferrari cerca il sostituto di Raikkonen che attacca il volante al chiodo. Fra le due sponde italiche l’approccio c’è stato. Ma il pilota dice a chiare lettere: “Dovunque vada voglio diventare campione del mondo. Non ho interesse a fare il secondo di nessuno”.
Quel nessuno è Vettel!
Un bel problema per Sergio Marchionne – Presidente Ferrari e AD della Fiat – anche lui come Ricciardo ‘Italiano di paese straniero’ vale a dire il Canada dove è giunto da Chieti nel 1966. La differenza è che Marchionne ha mantenuto la cittadinanza italiana.
Marchionne tiene molto alla Ferrari. Da quando l’anno scorso ha preso ad occuparsene, il Cavallino Rosso ha fatto passi da gigante. Noi siamo sicuri che il Numero Uno della più famosa industria italiana saprà troverà argomenti per fare gareggiare insieme, nella prossima stagione, Vettel e Ricciardo e vedere sul podio un binomio dal sapore tutto italiano. Ferrari – Ricciardo al suono dell’Inno di Mameli.
Giacomo Mazzocchi